Storia della carta jolly: perché nei mazzi di carte c’è il jolly?

Storia della carta jolly: perché nei mazzi di carte c’è il jolly?

2025-12-19, di
Julia Madajczak

Julia Madajczak è una storica dell’Università di Varsavia, in Polonia. Ha un dottorato di ricerca in Studi Culturali e lauree magistrali in Archeologia e Antropologia Culturale. Scopri di più su di lei:
https://uw.academia.edu/JuliaMadajczak
https://www.researchgate.net/profile/Julia-Madajczak

Riassunto

Il jolly, di solito rappresentato come pagliaccio o giullare di corte medievale, sembra rifarsi a un modello antico e ricco di significato. Su internet spesso si riporta la voce secondo cui sarebbe strettamente associato al Matto, una carta dei tarocchi, anche se la storia è ben diversa – ma non per questo meno affascinante! Il jolly è un’evoluzione del fante che, in alcuni giochi europei del XVII secolo, veniva usato in modo innovativo. Nel XIX secolo i giocatori americani di Euchre (conosciuto in Italia anche con il nome di sorpasso) inventarono una nuova carta, che presto chiamarono Joker (jolly), anglicizzando il termine tedesco originario usato per questo gioco. Quel nuovo nome portò a un collegamento con gli scherzi e le battute (dalla parola inglese joke), che a loro volta influenzarono il disegno della carta. Negli anni Quaranta del Novecento la storia del jolly ebbe poi una svolta inaspettata: i fumettisti della DC Comics se ne ispirarono per creare uno dei più importanti cattivi di tutti i tempi. Oggi il jolly (o Joker, per l’appunto) rappresenta un personaggio molto più complesso e inquietante del semplice pagliaccio di 150 anni fa, pur continuando a essere usato in molti giochi di carte.

Prima del jolly: l’evoluzione del fante

Prima dell’arrivo del jolly, per avere una briscola o una carta sostitutiva (in inglese wild card) i giocatori ricorrevano spesso a uno dei quattro fanti. Il fante fa parte del mazzo da 52 carte fin dal XV secolo, quando i produttori francesi lo introdussero come la più debole tra le tre figure, che all’epoca erano quindi il fante (allora detto knave), il cavaliere (di lì a poco sostituito dalla donna) e il re (l’unico a essere sopravvissuto nei secoli). Nei primi giochi europei era proprio quest’ultimo la carta di valore più alto. Nel XVII secolo, però, i giocatori francesi e inglesi inventarono parecchi giochi che promuovevano uno dei fanti al rango più alto; fra questi il gioco inglese Lanterloo (o Loo), spesso citato come vero e proprio punto di svolta nella trasformazione del fante in jolly1.

Il più antico precursore del jolly: il fante di fiori, ca. 1656–1664. Autore: Pierre Leroux. Attualmente presso la Bibliothèque nationale de France. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
Figura 1. Il più antico precursore del jolly: il fante di fiori, ca. 1656–1664.

Il Lanterloo promuoveva il fante di fiori (♣; figura 1) alla posizione più alta: diventava quindi una briscola che poteva battere sia il re sia la donna. Dai giocatori del Lanterloo questo fante promosso veniva chiamato Pam, abbreviazione di Pamphilus, nome tratto dal poema medievale intitolato Pamphilus de amore2. Pamphilus è un giovane di nobile lignaggio ma povero, che riesce a contrarre un matrimonio vantaggioso seducendo e sposando una bellissima ragazza ricca3; è proprio questa “scalata sociale” a spiegare perché i giocatori associassero questo personaggio al fante del Lanterloo – la carta “bassa” che, nel gioco, veniva elevata al rango più alto.

Nel XVII secolo, in Francia, il fante promosso fu detto Pam, mentre la variante locale del Lanterloo si chiamò proprio Pamphile. Oltre alla promozione, i francesi assegnarono al fante un ulteriore ruolo, che in seguito sarebbe diventato tipico del jolly: quello di carta sostitutiva. Se un giocatore aveva quattro carte dello stesso seme, poteva giocare il Pam come sostituto di qualsiasi carta di cui avesse bisogno per completare il colore4.

Alcuni usi tipici del jolly comparvero dunque in Europa già nel XVII secolo, molto prima della sua invenzione. All’epoca il fante promosso, detto Pam, fungeva da briscola e da carta sostitutiva di tutte le altre in due famosi giochi: Lanterloo e Pamphile.

L’origine della carta jolly: l’Euchre

Il gioco che di fatto creò il jolly fu l’Euchre (in Italia detto anche il sorpasso), che seguiva la moda di promuovere i fanti iniziata dal Lanterloo. Venne inventato nel XVIII secolo in Alsazia, regione germanofona della Francia, e all’inizio si chiamava Jucker. Il gioco originale, il Jucker, promuoveva due fanti alla prima e alla seconda posizione di briscola. Ogni fante veniva chiamato Bauer, parola tedesca che vuol dire non solo “fante” ma anche “contadino”. Nel XIX secolo gli immigrati dall’Alsazia portarono il gioco negli Stati Uniti; lì la terminologia, originariamente tedesca, fu trasformata in inglese dai giocatori anglofoni. Per semplificarsi la pronuncia, cominciarono a dire Euchre al posto di Jucker e Bower al posto di Bauer. Gli americani chiamavano il fante di valore più alto Right Bower o Best Bower (fante destro o fante migliore) e il secondo per valore Left Bower (fante sinistro). Le prime regole pubblicate dell’Euchre in cui si usava questa terminologia risalgono al 18455.

La carta Best Bower usata nell’Euchre, XIX secolo. Hargrave 1966: 346.
Figura 2. La carta Best Bower usata nell’Euchre, XIX secolo.

Intorno al 1857 i giocatori dell’Euchre aggiunsero un terzo Bower: oltre ai due fanti già promossi (quello di destra e quello di sinistra), introdussero una nuova carta che poteva batterli entrambi! Le diedero il nome di Best Bower (fante migliore; figura 2) – o a volte anche Imperial Bower (fante imperiale). All’inizio si trattava di una semplice carta vuota6, ma ben presto il famoso produttore americano Samuel Hart stampò le prime carte Best Bower illustrate7.

Nel 1875 i giocatori dell’Euchre usavano, a seconda di ciò che avevano a disposizione, carte Best Bower vuote oppure illustrate. In quel periodo chi giocava la variante Railroad Euchre iniziò a chiamare la carta aggiuntiva Joker. L’edizione del 1875 di The American Hoyle, un compendio di giochi alla moda, stabiliva che nel Railroad Euchre c’era “una carta vuota in più, di solito chiamata Joker o imperial trump [briscola imperiale]”8.

Una delle prime carte jolly, 1878. Attualmente presso il British Museum. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
Figura 3. Una delle prime carte jolly, 1878.

L’Euchre si giocava con mazzi da 32 carte di quattro semi, ciascuno con tre figure, un asso e quattro carte numeriche che andavano da 7 a 109. Furono questi i primi mazzi a cui i produttori aggiunsero il jolly (figura 3). Prima della fine del XIX secolo, però, il jolly entrò anche nei mazzi completi, cioè quelli da 52 carte; così i giocatori poterono adattarlo ad altri giochi. Furono soprattutto i giocatori di poker a iniziare a usarlo come carta sostitutiva di qualsiasi altra10.

I primi jolly comparvero intorno al 1875 nel gioco americano Railroad Euchre. Erano briscole derivate dal fante promosso (il Best Bower) dell’antica versione dell’Euchre. Alla fine del XIX secolo il jolly cominciò a essere usato come carta sostitutiva nel poker.

L’origine del nome Joker

La caricatura intitolata “Euchered”, 1884. La carta in primo piano raffigura un bebè in un jack-in-the-box, con la didascalia “The Little Joker” (letteralmente: “il piccolo jolly”). Autore: F. C., Popular Graphic Arts. Attualmente presso la Library of Congress. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
Figura 4. La caricatura intitolata “Euchered”, 1884. La carta in primo piano raffigura un bebè in un jack-in-the-box, con la didascalia “The Little Joker” (letteralmente: “il piccolo jolly”).

Joker è probabilmente una corruzione del termine tedesco Jucker, usato sia per un gioco di carte (antenato dell’Euchre) sia per indicare la carta del fante11. Nel corso della storia i fanti impiegati come briscole o come carte sostitutive furono chiamati con nomi diversi, tra cui Pam (nei giochi Lanterloo e Pamphile) e il Best Bower nelle prime versioni dell’Euchre. Il nome Pam richiamava il rango della carta: era perfetto per il fante promosso, perché rimandava al personaggio letterario di un giovane che avanzava nella gerarchia sociale. Anche i termini tedeschi Bauer e Jucker avevano una loro logica, poiché si riferivano al fante, la cui caratteristica distintiva nell’Euchre era il valore elevato. Al contrario, Bower e Joker non avevano nulla a che fare con il ruolo del fante promosso nell’Euchre: erano soltanto deformazioni dei termini tedeschi Bauer e Jucker. In inglese arcaico bower significava “àncora”, “pergola” o “camera da letto”12, mentre joker indicava un “giullare”, un intrattenitore di corte13.

Non ci volle molto tempo prima che i giocatori anglofoni associassero il nome joker a chi fa scherzi (in inglese joke significa “battuta”), al pupazzo a molla chiamato jack-in-the-box (figura 4) e al giullare. A cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento alcuni produttori battezzarono i jolly come Jolly Joker (“jolly allegro”). Entro la fine del XIX secolo l’associazione con il divertimento e le battute portò a raffigurarli come giullari, ossia l’immagine ancora oggi più diffusa del jolly14.

Il nome Joker con ogni probabilità deriva dal termine tedesco Jucker, che indicava sia il fante sia l’antenato alsaziano dell’Euchre. Una volta coniato il nome, i giocatori cominciarono naturalmente ad associarlo alle battute e ai giullari.

L’origine dell’aspetto del jolly

L’Imperial Bower di Samuel Hart, ca. 1872. Da Samuel Hart, 1846–1871 di Simon Wintle. World Web Playing Card Museum. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
Figura 5. L’Imperial Bower di Samuel Hart, ca. 1872.

Il jolly è spesso raffigurato come un giullare: un’immagine che si accorda sia al nome inglese Joker sia al design grafico delle tre figure — re, donna (in inglese Queen, cioè “regina”) e fante — che, per l’appunto, rappresentano i membri di una corte medievale. Non fu però quella del giullare l’immagine originaria associata al jolly e al suo predecessore, il Best Bower dell’Euchre. Il primo Best Bower, carta che batteva gli altri due Bower (i due fanti di valore più alto) nell’Euchre, era semplicemente una carta vuota. Fu Samuel Hart, negli anni Cinquanta dell’Ottocento – ben presto imitato dai colleghi – a dargli per primo un’immagine. I più antichi Best Bower, quindi, di solito riportavano il nome del produttore e quello della carta con, occasionalmente, una spiegazione del ruolo (per esempio: “Imperial Bower or Highest Trump Card: This Card Takes either Bower”; in italiano: “Bower imperiale o briscola di valore maggiore: prende qualsiasi Bower”; figura 5). Accompagnavano il testo ornamenti o disegni di animali o persone vestite in modo vario e in diverse pose15.

Il cambio di nome da Best Bower a Joker portò ad associare la carta all’immagine del giullare di corte. Per pura coincidenza, la pronuncia approssimativa della parola tedesca Jucker è joker, che in inglese significa anche “giullare”. I giullari, che per lavoro intrattenevano e consigliavano re e regine, erano indispensabili nelle corti reali europee del Medioevo. Tuttavia, nell’epoca che più influenzò le immagini delle carte da gioco europee – cioè il XV secolo – i jolly non riuscirono ancora a entrare nei mazzi standard. I mazzi da 52 carte, usati allora in Inghilterra e in Francia, avevano tre figure: re, donna e cortigiano — ossia il fante. Da allora l’abbigliamento e gli attributi dei tre (per esempio le armi) si standardizzarono in uno stile medievale. La carta jolly, introdotta nel XIX secolo, completò le figure con un altro personaggio tipico delle corti europee, anch’egli raffigurato in abiti medievali.

La carta jolly, tardo XX secolo. Fotografata da Julia Madajczak.
Figura 6. La carta jolly, tardo XX secolo.

Anche se il jolly è l’aggiunta più recente al mazzo standard da 52 carte, paradossalmente il suo aspetto è più tradizionale di quello delle tre figure. Nel XV secolo le figure venivano tutte rappresentate con l’immagine intera e l’aspetto di re, donne e fanti variava molto a seconda del produttore. Entro il XIX secolo i personaggi presero a essere rappresentati a doppia testa (le due metà della carta rese speculari fra loro) per comodità dei giocatori, e con caratteristiche ormai standardizzate. Ma l’innovazione del secolo, il jolly, mantenne il formato tradizionale – asimmetrico e a figura umana intera (figura 6). Per il jolly non è mai esistito un aspetto standard. Le immagini del buffone, del pagliaccio e dell’arlecchino vanno per la maggiore; si possono però trovare anche jolly raffigurati come animali, personaggi storici, fantastici o dei cartoni animati, oggetti, motivi astratti e molto altro. Grazie a tanta libertà, spesso è proprio su questa carta che il produttore pone il suo marchio16.

La raffigurazione più iconica del jolly – il giullare di corte medievale – nacque negli Stati Uniti nel XIX secolo. Questa richiamava il nome inglese della carta e si integrò bene con le tre figure di corte: re, donna e fante. Tuttavia, fin dalla sua introduzione, il jolly ha avuto molte facce… e non tutte da buffone!

La carta jolly ha a che fare coi tarocchi?

Una teoria che circola molto fa derivare il jolly da una carta dei tarocchi: il Matto. Quello dei tarocchi è un mazzo da 78 carte usato per il gioco e per la divinazione. Comprende 56 carte “normali” (dette anche arcani minori), divise in quattro semi con dieci carte numeriche e quattro figure per seme. Le restanti 22 carte sono i cosiddetti “trionfi” (o arcani maggiori), che rappresentano immagini quali il Sole, il Mondo, il Diavolo e l’Imperatrice. Fra queste c’è anche il Matto – l’unico trionfo a cui non sia associato un numero romano17.

Il Matto e il jolly si somigliano, ma solo a livello superficiale. Visto ciò che sappiamo sull’evoluzione delle carte europee, non possono esserci collegamenti diretti. Le carte da gioco giunsero in Europa nel XIV secolo – prima in Catalogna e poi in Italia e negli altri paesi. Poiché giunsero dal mondo arabo, inizialmente ne ricalcavano lo stile. Un mazzo tipico dell’epoca aveva 52 carte divise in quattro semi – spade, bastoni, coppe e denari – tre figure maschili e dieci carte numeriche per seme. Questa struttura gettò le basi, nel XV secolo, per la nascita di numerosi mazzi regionali europei: spagnolo, tedesco, italiano, francese, ecc. Fra tante varianti, solo uno dei mazzi italiani – oggi noto come mazzo dei tarocchi – includeva il Matto. Il jolly, invece, fu aggiunto solo in seguito al mazzo standard da 52 carte, creato in Francia combinando alcuni elementi dei mazzi spagnoli e tedeschi, ma non di quelli italiani. Perciò, agli albori della storia delle carte da gioco europee, non c’era alcun collegamento fra Matto e jolly18.

Il ruolo del Matto è poi diverso da quello del jolly. Molti non sanno che infatti lo scopo iniziale del mazzo dei tarocchi non era affatto la divinazione, ma semplicemente il gioco19. Nel gioco dei tarocchi il Matto, tradizionalmente, era l’unico trionfo non di briscola – anzi, sgravava i giocatori dall’obbligo di seguire il seme; era quindi possibile risparmiare una carta che altrimenti sarebbe andata persa20. Il jolly, invece, si era evoluto dal fante promosso e il suo ruolo originario nel gioco americano dell’Euchre era quello di briscola più alta.

Infine, restano da considerare gli aspetti grafici di entrambe le carte. Il jolly dell’Euchre e il mazzo dei tarocchi comparvero negli Stati Uniti più o meno nello stesso periodo. Il primo libro americano a parlare della cartomanzia dei tarocchi venne pubblicato nel 187221, mentre i primi jolly denominati Joker e raffigurati come giullari di corte cominciarono a essere prodotti negli anni Settanta dell’Ottocento (figura 3). Questa coincidenza cronologica potrebbe, in teoria, far pensare che il Matto dei tarocchi abbia ispirato l’immagine dei primi jolly; tuttavia, i Matti usati dagli americani nel XIX secolo non raffiguravano affatto giullari!

La più antica carta del Matto esistente: mazzo Visconti-Sforza, 1466 (cfr. Dummett 1980: 68–69). Autori: Bonifacio Bembo, Antonio Cicognara. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
Figura 7. La più antica carta del Matto esistente: mazzo Visconti-Sforza, 1466.
Il Matto dei tarocchi marsigliesi, 1701–1715. Autore: Jean Dodal. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
Figura 8. Il Matto dei tarocchi marsigliesi, 1701–1715.

In Europa il gioco dei tarocchi è noto sin dal XV secolo – quando i Matti erano rappresentati non come giullari, bensì come mendicanti, vagabondi o alcolizzati (figura 7). I Matti sopravvissuti dal XVI secolo a oggi raffigurano, per esempio, un bevitore supino con una fiasca di vino fra le gambe oppure un soldato armato che urina mentre una lumaca gli sbuca dall’elmo22. Furono gli occultisti francesi del XVIII secolo a convertire i mazzi dei tarocchi all’uso divinatorio. Erano affascinati in particolare dalle immagini dei cosiddetti tarocchi marsigliesi – un mazzo prodotto in Francia fin dal XVII secolo23 — in cui si continuava a rappresentare il Matto come vagabondo (figura 8). I primi lettori americani dei tarocchi se ne ispirarono, senza interessarsi al gioco in sé: erano infatti influenzati dagli occultisti francesi e dalle loro società segrete24. Pare inoltre che gli americani importassero i tarocchi esoterici dall’Europa, dato che nel 1885 un autore anonimo affermava in un articolo che all’epoca nessun produttore ne fabbricava in America. Anzi, auspicava che ne esistesse almeno uno capace di realizzarli bene come quelli di Marsiglia25! Perciò non solo i produttori americani avevano inventato il jolly prima di cominciare a stampare i Matti, ma i Matti che conobbero sul finire del XIX secolo non erano buffoni di corte, bensì vagabondi marsigliesi.

Il jolly e il Matto possono anche somigliarsi, ma fra loro non c’è alcuna relazione storica: nacquero infatti in epoche e paesi diversi. Nei giochi di carte avevano inoltre funzioni opposte e, agli inizi, raffiguravano personaggi diversi (rispettivamente il giullare e il vagabondo). Pertanto, il jolly non derivò dal Matto.

Come ha fatto il Joker a intrufolarsi nell’universo di Batman?

La prima vignetta della prima storia del Joker, disegnata da Bob Kane; rappresenta la carta jolly di Jerry Robinson. Testo della didascalia rimosso. Batman n. 1, 1940. © DC Comics.
Figura 9. La prima vignetta della prima storia del Joker, disegnata da Bob Kane; rappresenta la carta jolly di Jerry Robinson. Testo della didascalia rimosso. Batman n. 1, 1940.

Nel 1940 la carta jolly spinse Jerry Robinson, giovane fumettista della Detective Comics (DC), a ideare un cattivo che, per successo, avrebbe superato le sue più alte aspettative: il Joker. Un anno dopo la creazione del supereroe Batman da parte della DC, guidata da Bob Kane, l’editore era pronto a pubblicare un albo interamente dedicato alle sue avventure26: Batman n. 1, che avrebbe raccolto diverse storie con vari antagonisti. Robinson voleva che uno di questi avesse senso dell’umorismo e, poiché la sua famiglia era sempre stata appassionata di giochi di carte, pensò subito al jolly (Joker in inglese). Tracciò il primo schizzo del clown dal sorriso sinistro basandosi su una carta di un mazzo che aveva nello studio27. Il progetto finì poi nella vignetta d’apertura della prima storia del Joker, come una delle carte tenute in mano dal cattivo28 (figura 9).

Il Gwynplaine di Conrad Veidt in L’uomo che ride (1928), Universal Pictures.
Figura 10. Il Gwynplaine di Conrad Veidt in L’uomo che ride (1928), Universal Pictures.

Sviluppando l’idea di Robinson, Bill Finger e Bob Kane crearono poi il personaggio completo. Come ulteriore ispirazione, Finger usò l’immagine del film muto del 1928 L’uomo che ride29, basato sul romanzo dello scrittore francese Victor Hugo, che narra la storia di Gwynplaine, figlio di un lord antimonarchico, venduto a trafficanti di bambini per ordine del re d’Inghilterra. Per evitare che in futuro lo riconoscessero, un chirurgo lo trasforma in un pagliaccio, modellandogli i lineamenti in un eterno ghigno. Fu la caratterizzazione dell’attore tedesco Conrad Veidt a influenzare l’aspetto finale del Joker della DC. Nel film la smorfia grottesca viene resa ed evidenziata dal trucco delle labbra e dalle capsule ai denti, mentre i capelli sono acconciati secondo un taglio maschile in voga negli anni Venti (figura 10). Tutte queste caratteristiche – sorriso inquietante, labbra rosse, dentoni, capelli pettinati all’indietro, poi resi verdi per accentuarne il lato clownesco – confluirono nell’iconica immagine del Joker disegnata da Bob Kane per Batman n. 1 (figura 9; cfr. figura 10)30.

Video: guarda il film completo L’uomo che ride (di pubblico dominio).

L’influenza di L’uomo che ride torna periodicamente nei fumetti e nei film sul Joker; per esempio, il film Joker del 2019 con Joaquin Phoenix attinge moltissimo dall’idea e dalla trama di Victor Hugo. Tuttavia, il fondamento della personalità e dei comportamenti del Joker risiede fin dall’inizio nell’associazione con le carte da gioco. Nel numero inaugurale del 1940 di Batman, il Joker usa le carte jolly come biglietti da visita e, parlando di sé, dice battute del tipo: “Il Joker è ancora una briscola!”31. Uccide pure con le carte; in Batman n. 1 si tratta di carte da gioco apparentemente normali ma intrise di veleno, mentre nei cartoni animati e nei videogiochi diventano armi da lancio di metallo affilatissime32. La prima storia delle origini del Joker, pubblicata nel 1951 da Bill Finger, collega lo sfiguramento del personaggio alle carte da gioco: mentre fugge da una rapina andata male alla fabbrica della Playing Card Company, il cattivo salta in un mastello di tossine, dal quale emerge con la faccia che tutti conosciamo33. Infine, il ruolo più comune del jolly – quello di carta sostitutiva – si collega anche alla notevole capacità del cattivo di assumere altre identità: per esempio, nel film del 2008 Il cavaliere oscuro il Joker inganna tutti travestendosi da rapinatore di banche, infermiera e poliziotto.

Nel 1940 chiesero a Jerry Robinson di disegnare un nuovo antagonista per il fumetto di Batman. Il primo schizzo si basava su una carta jolly in suo possesso. Dopodiché Bob Kane e Bill Finger, unendo le caratteristiche tipiche della carta all’aspetto di Gwynplaine nel film muto del 1928, crearono il famosissimo personaggio del Joker.

Perché nei mazzi di carte c’è il jolly?

Oggi il jolly si usa in quasi tutti i giochi di carte, sia a più giocatori sia nei solitari. Il suo ruolo più tradizionale, risalente all’Euchre ottocentesco, è quello di briscola: nell’Euchre e nel suo derivato, il Five Hundred, è la carta di valore più alto, cioè chi la gioca vince la presa34. In alcune varianti di Spades per quattro giocatori lo stesso ruolo è ricoperto da due jolly: uno chiamato big Joker (“grande jolly”, la briscola più alta) e l’altro small Joker (“piccolo jolly”, la seconda briscola)35.

Il jolly come carta sostitutiva (sostituisce il tre di quadri) nel ramino. Wikimedia Commons, di pubblico dominio. Autore: Adamt.
Figura 11. Il jolly come carta sostitutiva (sostituisce il tre di quadri) nel ramino.

Un’altra funzione molto nota del jolly è quella di carta sostitutiva, cioè una carta che può valere come qualunque altra (figura 11). Uno dei primi e più famosi giochi a usare così il jolly è stato il poker. A differenza dell’Euchre, che viene giocato con un mazzo ridotto (da 32 o da 24 carte più il jolly), nel poker si usano tutte e 52 le carte. Quando i produttori cominciarono ad aggiungere i jolly ai mazzi standard – portando il totale a 54 carte – i giocatori di poker attribuirono ai jolly il ruolo di carte sostitutive. Più tardi l’usanza si diffuse anche in altri giochi: tra i più noti ci sono il ramino e la canasta36.

In alcuni giochi, però, il jolly è meglio non averlo in mano: per esempio nel gioco dell’asino, in cui i giocatori devono liberarsi di tutte le carte formando coppie (due re, due nove, ecc.). Chi non ha una coppia pesca una carta dalla mano del vicino. L’unica carta spaiata è il jolly; chi alla fine rimane con questa carta diventa proprio “l’asino” e quindi perde la partita37.

Infine, pur esistendo solitari tradizionali che non contemplano l’uso del jolly, il fatto stesso di averlo nel mazzo ha spinto alcuni giocatori a ideare varianti. L’uso più semplice del jolly consiste nel sostituire una carta bloccata con il jolly – una mossa che richiama il suo tradizionale ruolo di carta sostitutiva e che aumenta le probabilità di risolvere un solitario. In Aces Up, invece, il jolly ha una funzione diversa: quella di “bomba”. Il giocatore distribuisce quattro carte scoperte e scarta tutte quelle dello stesso seme, tranne la più alta; si vince quando restano soltanto gli assi (i più alti). A ogni giro diventa sempre più difficile togliere carte, dato che le pile aumentano sempre di più… ma il jolly le fa “saltare in aria”! Tutte le carte tornano nel mazzo di pesca: così si libera uno spazio e quindi aumentano le probabilità di vincere38.

Dopo l’invenzione del jolly nel XIX secolo, molti cominciarono a usarlo sia nei giochi a più giocatori sia nei solitari. I suoi ruoli più comuni sono quello di briscola (ad esempio nell’Euchre o in Spades) e di carta sostitutiva (ad esempio nel poker o nel ramino), ma può anche essere una carta da evitare (come nell’asino).

Note

  1. ^ Parlett 1990, p. 186.
  2. ^ Parlett 1990, p. 186.
  3. ^ Garbaty 1967.
  4. ^ https://www.parlettgames.uk/histocs/euchre.html.
  5. ^ Dummett 1980, p. 27, nota 37; Parlett 1990, p. 190; https://www.parlettgames.uk/histocs/euchre.html.
  6. ^ Dummett 1980, p. 27, nota 37; Parlett 1990, pp. 190–191.
  7. ^ Hargrave 1966, pp. 336 e 362; Laird 2009, p. 290.
  8. ^ The American Hoyle, 1875, p. 233.
  9. ^ https://en.wikipedia.org/wiki/Euchre#Earliest_rules_(1844).
  10. ^ Parlett 1990, p. 191.
  11. ^ Parlett 1990, p. 191; https://www.britannica.com/topic/euchre.
  12. ^ https://webstersdictionary1828.com/Dictionary/bower.
  13. ^ https://webstersdictionary1828.com/Dictionary/joker.
  14. ^ Hargrave 1966, p. 345; Parlett 1990, p. 191; https://www.i-p-c-s.org/wp/joker/; Parlett 2023.
  15. ^ Hargrave 1966, pp. 348, 351–352 e 355; https://www.i-p-c-s.org/wp/joker/.
  16. ^ Laird 2009, p. 290.
  17. ^ Dummett 1980, p. 3.
  18. ^ Dummett 1980, pp. 7–8.
  19. ^ Decker e Dummett 2019, p. ix.
  20. ^ Dummett 1980, pp. 166 e 169.
  21. ^ Decker e Dummett 2019, p. 326, nota 1.
  22. ^ Dummett 1980, p. 86, nota 57.
  23. ^ https://en.wikipedia.org/wiki/Tarot_of_Marseilles#Later_history.
  24. ^ Decker e Dummett 2019, p. xi.
  25. ^ “The Taro”, 1885, p. 127.
  26. ^ Finger e Kane 1940.
  27. ^ Tollin 1975, pp. 2–3; https://web.archive.org/web/20131015081859/http://www.rocketllama.com/blog-it/2009/07/21/interview-meet-the-jokers-maker-jerry-robinson/.
  28. ^ https://web.archive.org/web/20120204122050/http://franklovece.com/webexclusives.html.
  29. ^ Hanerfeld 1967; https://web.archive.org/web/20120723035747/http://www.rocketllama.com/blog-it/2009/08/05/interview-the-jokers-maker-tackles-the-man-who-laughs/.
  30. ^ Tollin 1975, p. 3.
  31. ^ Finger e Kane 1940, pp. 7 e 63.
  32. ^ https://batman.fandom.com/wiki/Razor-sharp_Playing_Cards.
  33. ^ Detective Comics, n. 168, National Comics Publications, 1951, p. 13.
  34. ^ https://www.pagat.com/euchre/euchre.html; Parlett 1990, p. 192.
  35. ^ https://www.pagat.com/auctionwhist/spades.html.
  36. ^ Parlett 1990, p. 191.
  37. ^ Mulac 1946, p. 140.
  38. ^ https://en.wikipedia.org/wiki/Joker_(playing_card)#Role_in_patience_(solitaire)_games.

Bibliografia

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Catherine Perry Hargrave, A History of Playing Cards and a Bibliography of Cards and Gaming, New York, Dover Publications, 1966.

Jay Laird, “History of Playing Cards”, in Rodney P. Carlisle (a cura di), Encyclopedia of Play in Today’s Society, vol. 1, Los Angeles, Sage Publications, 2009, pp. 288–293.

Margaret E. Mulac, The Game Book, New York e Londra, Harper & Brothers, 1946.

David Parlett, The Oxford Guide to Card Games, Oxford, Oxford University Press, 1990.

David Parlett, “Euchre”, in Encyclopedia Britannica [online], 2023. Disponibile su: https://www.britannica.com/topic/euchre (consultato il 19 settembre 2023).

“The Taro”, The Platonist, vol. 2, 1885, pp. 126–128.

Anthony Tollin, “Profile on Jerry Robinson – Creator of the Joker”, Amazing World of DC Comics, n. 4, 1975, pp. 2–7. [online]. Disponibile su: https://cacb.wordpress.com/2009/02/08/profile-on-jerry-robinson-creator-of-the-joker/ (consultato il 17 novembre 2023).

Figure

  1. Il più antico precursore del jolly: il fante di fiori, ca. 1656–1664. Autore: Pierre Leroux. Attualmente presso la Bibliothèque nationale de France. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
  2. La carta Best Bower usata nell’Euchre, XIX secolo. Hargrave 1966, p. 346.
  3. Una delle prime carte jolly, 1878. Attualmente presso il British Museum. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
  4. La caricatura intitolata “Euchered”, 1884. La carta in primo piano rappresenta un piccolo jack-in-the-box con la didascalia “The Little Joker” (letteralmente: “il piccolo jolly”). Autore: F. C., Popular Graphic Arts. Attualmente presso la Library of Congress. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
  5. L’Imperial Bower di Samuel Hart, ca. 1872. Datazione secondo Simon Wintle, “Samuel Hart, 1846–1871”. World Web Playing Card Museum. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
  6. La carta jolly, tardo XX secolo. Fotografata da Julia Madajczak.
  7. La più antica carta del Matto esistente: mazzo Visconti-Sforza, 1466 (cfr. Dummett 1980: 68–69). Autori: Bonifacio Bembo, Antonio Cicognara. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
  8. Il Matto dei tarocchi marsigliesi, 1701–1715. Autore: Jean Dodal. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.
  9. La prima vignetta della prima storia del Joker, disegnata da Bob Kane; rappresenta la carta jolly di Jerry Robinson. Testo della didascalia rimosso. Batman n. 1, 1940. © DC Comics.
  10. Il Gwynplaine di Conrad Veidt in L’uomo che ride (1928), Universal Pictures.
  11. Il jolly come carta sostitutiva (sostituisce il tre di quadri) nel ramino. Autore: Adamt. Wikimedia Commons, di pubblico dominio.